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cicli / 4 Dicembre 2020

Un ciclo di quadri da me realizzato s’intitola “la vanità dell’assenza”: l’idea del business dell’arte che si mangia l’arte. I presenzialisti del vernissage che si mettono ‘in mostra’ durante l’evento. E si avventano sul buffet. L’arte negletta dallo stesso mondo che la esibisce. L’unica salvezza è che essa stessa entri nel gioco consapevolmente, ne rida e si faccia beffe del fenomeno che la vorrebbe generare. L’arte stessa deve governare il gioco, non esserne soggiogata. Questa può essere un’idea nuova di pittura. Capace di dissacrare le regole senza smettere d’esser forma. Senza sfibrarsi nel nulla di una espressione incomprensibile. Quando l’arte necessita di chi la spieghi qualcosa non va. Quindi essa deve tornare ad essere se stessa, cioè tornare al proprio passato, per essere ancora giovane.

Opere…